Dal 13 al 18 settembre 2019 ho avuto la fortuna di essere chiamato a realizzare un progetto artistico intitolato Logos nell’ambito del più ampio Umbria una Terra che ti Muove, messo a punto da C.U.R.A Centro Umbro Residenze Artistiche.

…per accompagnare i territori colpiti dal sisma e alcuni comuni dell’entroterra con azioni creative e processi artistici capaci di far emergere le identità e le specificità culturali delle popolazioni, di trasformarle in opere visibili e tangibili sanando la perdita materiale con le risorse intangibili non intaccate dal disastro.

Il progetto, una residenza artistica, all’interno del piccolo comune di Vallo di Nera in provincia di Perugia, ha inteso utilizzare il suono come strumento narrativo per porre in risalto le geografie dell’anima che abitano questi luoghi; non esiste qui il concetto di antropico, non esiste una definizione di naturale. C’è solo il paesaggio, nella sua interezza, con la sua lingua comune fatta dagli uomini e dalla natura circostante.

 

L’intervento si è strutturato su 3 momenti principali.
1) Una fase di archiviazione e mappatura della zona di Vallo e della strada boschiva che conduce a S.Felice vicino al fiumo Nera.
2) La realizzazione di una installazione audiovisiva presso la cosiddetta ‘Portella’ di Vallo, uno dei posti centrali nella vita del piccolo borgo.
3) Una Performance elettroacustica presso la stessa Portella e rivolta agli stessi abitanti che così gentilmente hanno accolto il mio lavoro di quei giorni.

Clicca su un segnaposto sulla mappa per ascoltare l’audio corrispondente

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Alcune considerazioni
apparecchiature usate: zoom h4, zoom h4n, Rode mini boompoole direzionale

L’area raffigurata in mappa permette di spostarsi da Vallo a S.Felice lungo un percorso boschivo che costeggia il fiume Nera. L’intera zona presenta delle caratteristiche peculiari dal punto di vista acustico; tranne che per il centro del piccolo comune, è molto difficile, se non impossibile, porre un confine netto fra suoni naturali e suoni antropici. In quest’area la ruralità è parte della quotidianità dei vallani e viceversa. Non esistono supermercati e l’unico bar della zona era chiuso in quel periodo; ci sono ancora alcuni pastori dediti alla produzione artigianale dei formaggi che scendono di tanto in tanto in paese dalla montagna dove conducono le greggi di pecore, tenendole al sicuro in qualche piana. Chi deve far la spesa solitamente aspetta il mercoledì che arrivi su un carretto di un ambulante e in caso di necessità va fuori paese in qualche comune limitrofo. Stiamo evidentemente parlando di una zona con un paesaggio sonoro ad alta fedeltà; durante i giorni di residenza artistica ho avuto la fortuna di risiedere in un’abitazione leggermente defilata rispetto al centro, dove poter avere un punto di ascolto privilegiato, a cominciare dal gallo mattutino, dagli enormi sciami di api che ronzavano lungamente nei pressi dei grandi alberi tutt’intorno alla mia abitazione.

Le registrazioni si sono concentrate: 1) Nel Comune Vallo 2) Lungo la strada boschiva che conduce da Vallo a S.Felice

  1. Nel Comune la narrazione del luogo è demandata naturalmente agli abitanti che spesso sostano nell’are della portella, un lungo transito pedonale sotto l’arco in pietra che scandisce un po’ il tempo del borgo; la maggior parte delle chiacchierate tra vallani avviene proprio qui. L’età media è sicuramente alta, credo di aver incontrato un solo ragazzo sui 25-27 anni e due o tre persone di 40-45 anni; c’è anche qualche bimbo ma il resto, la maggior parte, credo orientativamente di poterlo collocare in una fascia di età fra i 65 e i 90 anni. Era dunque inevitabile che in alcune registrazioni venissero fuori  i ricordi di una Vallo che non c’è più, ricordi di una Vallo gremita di gente, in fermento. Ad oggi si tratta di un borgo bellissimo caratterizzato in realtà, all’opposto, da un silenzio prevalente.
    L’altra faccia sonora del comune infatti è rappresentata dalla compresenza di suoni naturali con quelli antropici. Parliamo prevalentemente di insetti, galli, galline, pecore, fruscio delle foglie, scrosciar dell’acqua del fiume, e tutto il set correlato. I vallani vanno a letto presto tanto che al massimo alle 19 son già praticamente tutti a casa per cenare sebbene la luce in questa stagione (settembre) consentirebbe di attardarsi un po’ di più. In compenso si cena in un maestoso silenzio interrotto da qualche insetto che ronza intorno alle fioche luci notturne.
  2. La strada da Vallo a S.Felice rappresenta sicuramente la parte più ad alta fedeltà di questo paesaggio sonoro valnerino. Dopo appena 100 metri ci si lascia già il borgo alle spalle e i suoi già flebili suoni vengono in breve tempo inghiottiti dalla folta vegetazione che ci si apre dinanzi. Un lussureggiante paesaggio tipicamente boschivo mi si staglia di fronte, i suoni del borgo non esistono più, hanno lasciato spazio solo al fruscio delle foglie e agli insetti, in tutte le modulazioni possibili.

Ascolta la traccia audio

Ascolta la traccia audio realizzata con i materiali audio registrati per la mappatura sonora.

Durante l’Installazione

Un breve momento dell’installazione catturato con lo smartphone

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